Lo smart working fa bene a tutti. Non solo ai lavoratori, ma anche all’ambiente e all’azienda. Abbiamo più volte accennato ai benefici dello smart working nei nostri articoli: è arrivato il momento di parlarne in modo più approfondito.

I benefici a livello personale

I primi e diretti benefici dello smart working riguardano proprio la sfera del lavoratore.

Abbiamo sentito dire tante volte che lo smart working migliora la work-life balance e aumenta la produttività. Ma andiamo un po’ più nel dettaglio. 

Introdurre lo smart working in azienda significa cambiare completamente il metodo di lavoro: ed è proprio questo che provoca, poi, un miglioramento dell’equilibrio vita privata-lavoro (work life balance) e un aumento della produttività. Andiamo con ordine.

Il lavoro agile cambia (o quantomeno dovrebbe cambiare) il modo di lavorare: si passerebbe dal lavorare al fine di coprire l’intera giornata lavorativa di 8 ore, al lavorare per obiettivi. Che cosa significa? Significa lavorare perseguendo un obiettivo, un progetto e impiegando il tempo necessario per raggiungere quell’obiettivo. Questo vuol dire, ad esempio, lavorare meno ore del solito in una giornata, se l’obiettivo del giorno è stato raggiunto. Significa, inoltre, lavorare quando si vuole e come si vuole, pur sempre completando gli obiettivi fissati o concordati. 

È chiaro che questo nuovo paradigma cambierebbe drasticamente l’intero mondo del lavoro. Non solo, permetterebbe di ottenere numerosi vantaggi, in particolar modo (ma non solo) per il lavoratore:

  • Miglioramento della produttività. Poter scegliere quando e come lavorare è sicuramente un grande booster per la produttività. Si stima che l’incremento della produttività per un lavoratore, derivante dall’adozione di un modello “maturo” di smart working, vada dal 15 al 20 %. In Italia questo significherebbe aumentare la produttività media del lavoro per ben 13,7 miliardi di euro (basandosi sul numero totale dei lavoratori che potrebbero usufruire dello smart working). Un dato che può apparire utopistico, ma da non trascurare. 
  • Miglioramento della work-life balance. Lavorando da dove si vuole (e non necessariamente solo da casa), il lavoratore potrebbe organizzare meglio la propria giornata, conciliando gli impegni personali con quelli lavorativi. Le stime hanno portato a calcolare che, in una giornata di lavoro da remoto, un lavoratore potrebbe risparmiare 60 minuti, che in un anno (ipotizzando solo 2 giornate di smart working a settimana) sarebbero circa 93 ore. Un piccolo tesoro di tempo e di vita che potrebbe essere reinvestito in altro modo.
  • Riduzione dei tempi e dei costi di trasferimento. Concetto che si collega al precedente. Non doversi necessariamente spostare per andare in ufficio (da ovunque ci si trovi, non stiamo parlando del semplice lavorare da casa, non dimenticatelo) farebbe risparmiare parecchio tempo che, a questo punto, diventerebbe possibile impiegare in altre attività, che siano personali, familiari, legate ad hobby o a molto altro ancora. Allo stesso tempo, va da sé, vi sarebbe un bel risparmio anche in termini di costi per il carburante, oppure per i mezzi pubblici utilizzati per raggiungere il luogo di lavoro.
  • Aumento della motivazione e della soddisfazione. Tutti i benefici sopra riportati si possono racchiudere in questo unico concetto: scegliere di lavorare quando e come si vuole, conciliando la propria vita con il lavoro, vivendo non in funzione di questo, come accade ora, e accumulando tempo che altrimenti sarebbe andato perso nel traffico. Così, necessariamente, aumenterebbero la soddisfazione (non solo nella vita privata ma anche nel lavoro) e la motivazione. Se l’azienda mi permettesse di vivere in questo modo, sarei persino più produttivo.

I benefici per azienda e ambiente

I benefici dello smart working non terminano qui. Esistono vantaggi sia per la stessa azienda che decide di implementare lo smart working, sia per l’ambiente in cui viviamo.  

  • Riduzione del traffico e riduzione delle emissioni di CO2. Meno lavoratori che si spostano ogni giorno significa meno traffico e soprattutto minori emissioni di CO2. Si calcola in media, lavorando da remoto 2 giorni a settimana, un risparmio in termini di emissioni per persona pari a 450 kg CO2 all’anno.
  • Riduzione dell’assenteismo. Questo è un vantaggio per l’azienda. Avere lavoratori più soddisfatti e più motivati significa avere lavoratori che sono sempre più stimolati a “presentarsi” al lavoro. In questo modo l’azienda non dovrà più combattere con carenze di personale, con lavoratori assenti che non portano a termine progetti e che, di conseguenza, ridurrebbero l’intera produttività aziendale.
  • Riduzione dei costi per gli spazi fisici. Lavorare da remoto, per l’azienda significa poter risparmiare sui consumi energetici. A ciò si aggiunge la possibilità di ottimizzare gli spazi aziendali, anche riducendoli, se necessario, e risparmiando ancora di più.

Conclusioni

Lo smart working fa bene, ma in Italia facciamo ancora fatica a comprenderlo: forse per paura di cambiare una cultura del lavoro nata oltre due secoli fa, una cultura non necessariamente sbagliata, ma diventata, ormai, troppo costosa. 

Al di là dei benefici, restano comunque importanti le modalità con le quali si introduce lo smart working in azienda: infatti, affinché si verifichi un impatto positivo sulle performance di tutto il gruppo, vanno sempre garantite la collaborazione e la comunicazione con tutti i colleghi. 

Se volete saperne di più al riguardo, consultate i numerosi articoli che abbiamo dedicato all’argomento. Lascio qui sotto i link per leggerli.