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In un precedente articolo abbiamo provato ad affrontare il problema dell’accesso alle risorse e le criticità legate all’introduzione dello smartworking, ma oltre alle questioni “tecniche” un altro aspetto delicato da prendere seriamente in considerazione è la gestione del personale.

La possibilità di lavorare anche fuori dal proprio ufficio oltre ad evitare ore nei trasporti per i pendolari o banalmente il traffico mattutino negli orari di punta, permette di risolvere tutte le situazioni in cui si hanno difficoltà nel raggiungere gli uffici, si pensi ad esempio ad una mamma che alla fine della maternità obbligatoria vuole tornare a lavoro, potrebbe farlo senza sfruttare il congedo parentale lavorando “da casa”.

Nelle realtà virtuose lo smartworking permette di conciliare al meglio le esigenze di vita e di lavoro dei nostri collaboratori, abbattere i costi ed aumentare la produttività e la competitività dell’impresa, un vantaggio che va ben al di là della buona gestione dell’emergenza Covid-19, chi ha introdotto correttamente questa modalità operativa nella propria realtà difficilmente tornerà sui propri passi.

Adottare lo smartworking quando non si utilizzano tecnologie idonee all’estensione del perimetro può creare delle problematiche di sicurezza informatica, quando invece non si modificano le politiche per la gestione del personale il rischio è quello di danneggiare la salute dei nostri collaboratori e compromettere la produttività di tutta la nostra organizzazione. Diversi studi, come anche la mia esperienza personale (e quella di molti altri nerd come me…), mettono in evidenza come passare diverse ore davanti ad un monitor senza la possibilità di avere interazioni sociali fondamentali per il benessere psichico genera stress e disturbi correlati quali ansia, depressione e nelle situazioni più gravi fenomeni di burnout (quella malattia che porta le persone a perdere interesse e passione per il proprio lavoro, emozioni che vengono sostituite da un’indifferenza ed alla successiva “morte professionale” della risorsa).

Predisporre strumenti e politiche per la gestione e la collaborazione dei dipendenti non è una missione impossibile nel 2021, occorre come sempre tenere in considerazione alcuni aspetti chiave:

  1. riorganizzare il lavoro: pianificare riunioni di coordinamento, stabilire obiettivi, assegnare gli incarichi e valutare il lavoro svolto, così facendo possiamo valorizzare i nostri dipendenti aiutandoli ad essere sempre più responsabili nel loro ruolo e definendo insieme a loro il confine tra lavoro e vita privata.
  2. fornire spazi virtuali di comunicazione con gli altri membri del team per scambiare opinioni, collaborare e confrontarsi, alimentando la motivazione ed il benessere del personale
  3. utilizzare gli strumenti giusti: ho già scritto un articolo con le conseguenze nefaste legate all’uso di strumenti non idonei, l’universo delle App per smartphone e programmi desktop “come Skype” possono sembrare ottime soluzioni per far risolvere ogni esigenza comunicativa. “Andare al risparmio” può consistere nell’utilizzare  diverse soluzioni per le diverse esigenze: Jitsi per le conference, Skype per le chiamate e lo smartphone per le chat, anche se mischiare le comunicazioni del lavoro con le chat del calcetto su WhatsApp potrebbe creare confusione e qualche situazione imbarazzante… Al di là degli imbarazzi a conti fatti tra costo delle licenze, la non competenza del personale, possibili usi impropri e mancanza di controllo, la soluzione dell'”arrangiarsi” non è affatto una soluzione economica, e rischia di illuderci di aver implementato un sistema per la collaborazione dei dipendenti, gli stessi che subiranno questa scelta strategica e su cui probabilmente andrà a ricadere la responsabilità delle inefficienze. La parola chiave è “Comunicazione Unificata“, ovvero l’utilizzo di tecnologie progettate ed implementate per la gestione della collaborazione.

Collaborazione e comunicazione unificata ci permettono di ottenere tutti i vantaggi del lavoro agile tutelando al meglio  e sotto ogni aspetto la salute dei nostri collaboratori, tuttavia c’è un’altra enorme sfida da affrontare nell’apocalisse del lockdown e i commerciali di tutti i settori la conoscono bene… come comunicare con efficacia con fornitori, clienti e soprattutto potenziali clienti? 

 

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